|
architettura religiosa |
|
|
|
stato di conservazione |
|
|
Per avere idea dello stato di conservazione del complesso manufatto è sufficiente ricordare che la maggior parte dei depositi dell’Archivio di Stato di Venezia non erano dotati ne di impianto elettrico ne di quello di illuminazione e tantomeno di quello di climatizzazione. A ciò era da aggiungere la fatiscenza tipica delle strutture pubbliche oggetto di interventi una tantum e prive della manutenzione continua. In tutto l’edificio si registrava la presenza diffusa di umidità di risalita capillare, di acqua alta nei piani terra, di infiltrazioni dalla maggior parte delle coperture, molti solai erano sovraccaricati dalle scaffalature. Oltre a ciò la maggior parte degli scaffali non era accessibile perché fuori norma e non in sicurezza. |
|
progetto |
|
|
Studi e analisi
Preliminarmente alla progettazione del restauro, suddivisa in più lotti, è stato avviato un dettagliatissimo rilievo mai stato eseguito prima organizzato in più fasi ed articolato in topografico, fotogrammetrico e diretto. Realizzato sulla base di un intenso lavoro topografico (due poligonali chiuse, una aperta e 35 reti secondarie) il rilievo si è basato su 3.448 punti topografici battuti fuori e dentro l’edificio, su 180 prese stereofotogrammetriche e su un’intensa campagna di rilievo diretto. Il tutto ha consentito di rappresentare il complesso con il dettaglio della scala 1:50. in piante, prospetti e sezioni.
Caratteristiche del progetto e dell’intervento
La porzione dell’ex Convento necessitava di depositi intensivi della razionalizzazione dei percorsi verticali di spazi di servizio per il personale e di nuove reti tecnologiche. Particolarmente complesso era il problema tecnico del consolidamento e il rischio infiammabilità per la presenza ovunque di scaffalature lignee e documenti cartacei. La programmazione della tipologia delle operazioni di cantiere e la loro successione è stata particolarmente studiata e organizzata.
|
|
cantiere |
|
|
Interventi Tecnici:
Il primo lotto ha realizzato il consolidamento delle fondazioni tramite micropali, la formazione di vasche per il contenimento dell’acqua di marea, il risanamento tramite taglio e sostruzione muraria delle strutture invase dall’umidità di risalita. I solai sono stati consolidati mantenendo le travature lignee in opera e realizzando spessoramenti con legno lamellare adattato ogni trave, i tetti sono stati restaurati operando numerose sostituzioni dei tanti elementi marciti. Secondo lotto ha completato la costruzione di un nuovo ascensore all’interno dei vani scaffalati, la messa in opera di strutture metalliche di sostegno della scala originale in pietra, l’adeguamento tecnologico e la realizzazione di un nuovo blocco scala –ascensore.
|
|
fine lavori |
|
|